La Russia ha registrato un nuovo record per le temperature di maggio. Mentre mercoledì 19 si sono toccati i 30°C nel villaggio di Nizhnaya Pesha a cavallo del circolo polare, il 23 maggio successivo a Chasavjurt, città della Russia meridionale, si sono sfiorati i 40°C (39,7°C). Un record assoluto per la regione che conferma la tendenza ad un riscaldamento particolarmente insolito di tutto l’Artico. Mentre gli estremi meteo siberiani toccano nuovi record, in Canada la stagione degli incendi è iniziata, dando vita a grandi incendi in Manitoba e Ontario, producendo densi pennacchi di fumo che sono stati trasportati per centinaia di chilometri sopra l’Atlantico.

“Queste temperature nel nord della Russia sono sorprendenti. Alcune stazioni meteorologiche hanno battuto il record di calore di maggio di oltre 4°C”, spiega a LifeGate Scott Duncan, meteorologo scozzese che sta monitorando la situazione in tempo reale. “Anche se questo caldo non è così duraturo e intenso come il caldo siberiano dell’estate scorsa, questa ondata di caldo precoce è senza precedenti”.

L’Artico si sta scaldando velocemente

Nell’ultimo documento redatto dall’Arctic monitoring and assessment programme, si stima che il riscaldamento dell’Artico sia tre volte superiore rispetto alla media registrata nel resto pianeta. “Questi record continui non fanno altro che confermare il riscaldamento di fondo”, continua Duncan. “Non sorprende quindi che stiamo continuamente battendo record su record”.

In meno di cinquant’anni infatti, la temperatura media della regione polare è già aumentata di 3,1°C. “Non dobbiamo dimenticare che l’Artico può diventare sorprendentemente caldo, molto più caldo di quanto generalmente si pensa”, spiega il meteorologo. “Ci sono molti esempi di giornate calde nell’Artico, ma recentemente stanno diventando sempre più estreme. Inoltre, la situazione insolita con l’Europa molto fredda (per il questo periodo dell’anno) ha reso il caldo nella Russia artica ancora più bizzarro”.

Incendi che stanno colpendo l'Artico
Oltre 100 incendi di vaste dimensioni hanno colpito il Circolo polare artico nel 2019 © Pierre Markuse/Flickr

Iniziata la stagione degli incendi

Mentre si registrano queste temperature, è iniziata anche la stagione degli incendi, in Canada e Siberia. Come infatti fa sapere il Copernicus atmosphere monitoring service (Cams) “sebbene l’attività degli incendi nella Siberia orientale sia inferiore alla media, le regioni più colpite della Siberia occidentale sollevano preoccupazioni tra gli scienziati in questa fase iniziale della stagione”.

Gli scienziati del Cams spiegano che negli anni precedenti gli incendi tipici di questa stagione hanno fatto registrare un incremento nel circolo polare artico, in particolare nella Russia asiatica. I dati di monitoraggio mostrano infatti un forte aumento del numero di incendi nel 2019 e nel 2020 rispetto al resto del set di dati che risale al 2003, portando a un nuovo record del totale annuo delle emissioni di CO2 stimate nel 2020 nel Circolo Polare Artico: 244 megatonnellate, rispetto alle 181 megatonnellate del 2019.

“È ancora presto per stimare l’impatto e l’entità della stagione degli incendi boreali e degli incendi nella regione artica e subartica di quest’anno”, afferma in una nota Mark Parrington, esperto di incendi presso l’Ecmwf. “Anche se non è raro vedere alcuni incendi durante la primavera alle alte latitudini, è difficile prevedere cosa possiamo aspettarci durante l’estate”.