Ogni grado di risalita della temperatura media globale, rispetto ai livelli pre-industriali, sarà accompagnato da un aumento del 50 per cento del numero di persone costrette a migrare dalle loro terre. A spiegarlo è uno studio internazionale – curato da ricercatori svizzeri, tedeschi e olandesi – pubblicato alla fine dello scorso mese di marzo sulla rivista scientifica Environmental Research Letters.

Le inondazioni il primo fattore che spinge a fuggire

Se dunque la temperatura dovesse superare abbondantemente, alla fine del secolo, i 3 gradi centigradi, il quantitativo di migranti climatici potrebbe aumentare del 350 per cento. D’altra parte, già nel luglio del 2017 uno studio della Asian development bank (Banca asiatica per lo sviluppo) aveva fornito stime inquietanti. La risalita del livello dei mari, le conseguenti inondazioni costiere, i fenomeni meteorologici estremi e sempre più violenti, le siccità, la desertificazione delle aree più calde del Pianeta potrebbero portare ad un autentico esodo di massa. Il numero di persone costrette ad abbandonare le loro case potrebbe raggiungere la cifra impressionate di un miliardo.

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Secondo la Banca mondiale, entro il 2050 potranno arrivare a 143 milioni i migranti climatici che si spostano all’interno delle loro nazioni © World Bank

Lo studio pubblicato su Environmental Research Letters sottolinea che, soltanto dal 2008, i disastri naturali hanno causato 288 milioni di rifugiati climatici. Tre volte quello dipeso da guerre, conflitti e violenze. In particolare sono le inondazioni la prima causa di spostamento. “Le migrazioni pongono numerose difficoltà, e spesso pesano maggiormente sulle fasce più vulnerabili dal punto di vista socio-economico, le quali vivono non di rado in zone a rischio. Fuggire può provocare problemi legati alla salute fisica e mentale, ai mezzi di sussistenza, alla sicurezza”, sottolineano gli autori dell’analisi.

I migranti climatici aumenteranno anche se si centreranno gli obiettivi dell’Accordo di Parigi

Secondo i quali “sul lungo termine, i migranti rappresentano la categoria che più di tutti rischia di essere lasciata indietro in termini di sviluppo economico. Non a caso, secondo il segretario generale delle Nazioni Unite quello dei rifugiati climatici rappresenta un problema centrale per la comunità internazionale”.

Anche qualora si centrassero gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, il quantitativo di persone costrette a fuggire dalle loro terre aumenterà enormemente di qui alla fine del secolo: +110 per cento nella migliore delle ipotesi. È per questo che i governi dovrebbero ipotizzare fin da ora piani per la gestione di centinaia di milioni di migranti, soprattutto in alcune aree della Terra.